Secondo le statistiche, ben 9 startup su 10 non sopravvivono ai primi tre anni.
E secondo uno studio di Harvard gli imprenditori che solitamente non falliscono sono quelli che hanno già avuto successo in passato (nel 34% dei casi), mentre chi ha già fallito in precedenza, tende a mantenere percentuali di successo simili a quelle di chi avvia una startup per la prima volta (23%).
Per limitare i rischi di insuccesso di una start up, è fondamentale il tempismo: immettere nel mercato un prodotto quando i tempi non sono sufficientemente maturi, ovvero troppo presto, può comprometterne il successo, anche se si tratta di una soluzione potenzialmente valida. Questo anche tenendo conto che la prima impressione (soprattutto se negativa) è spesso quella che conta di più. Allo stesso modo, tardare l’immissione sul mercato, può far perdere molte opportunità nel mercato. Occorre quindi organizzare una tempistica ottimale.
Come cercare di lanciare una start up di successo
Per avere successo sul mercato, inoltre, non basta realizzare un prodotto valido e magari rivoluzionario, è cruciale tenere conto di quelle che sono le esigenze dei consumatori. L’errore che spesso si compie è di concentrarsi solo sul prodotto ignorando ciò che c’è e avviene all’esterno del proprio ufficio.
Non raccogliere i feedback dagli utenti è un errore fatale da non compiere assolutamente. Il rischio è infatti di non implementare, ad esempio, funzionalità ritenute fondamentali dai propri clienti, presenti o potenziali, per dare spazio magari a funzionalità che vengono ritenute superflue se non addirittura inutili.
È fondamentale spendere tempo a parlare con i possibili utilizzatori del prodotto e porre attenzione alle loro necessità, per capire come soddisfarle in fase di realizzazione del prodotto, per non rischiare di capire quali sono le reali esigenze della propria utenza troppo tardi.
Il marketing, inoltre, rappresenta un’ altra componente importante di qualsiasi attività di successo; sottovalutarne l’importanza può avere effetti nocivi, a volte anche fatali, per le startup e non solo. Ancora una volta, l’errore spesso commesso è di concentrarsi troppo sul prodotto, non pensando invece a come venderlo. Il focus principale dello startupper dovrebbe essere quello di conoscere il proprio pubblico per sapere come attirare la sua attenzione e quindi convertire gli utenti in clienti. Non è sufficiente avere un prodotto valido, bisogna avere anche un modello di vendita valido ed efficiente. Questo significa che punti a commercializzare il prodotto su larga scala. Non farlo, comprometterebbe la propria attrattività nei confronti degli investitori, non riuscendo quindi a capitalizzare quanto fatto.
Il prodotto dovrebbe essere il più possibile user friendly. Realizzare dei servizi o prodotti troppo complessi da utilizzare, anche se si tratta di un’idea molto innovativa, può comprometterne il successo, non trovando acquirenti.
L’ottica del consumatore, ciò che vuole e di cui ha bisogno, andrebbe sempre tenuta in altissima considerazione, anche in fase di progettazione. A volte meglio fare un passo indietro e realizzare magari un prodotto meno sofisticato e più semplice e alla portata di un maggior numero di persone.
Una delle fasi più complesse quando si avvia una startup e si lancia un nuovo prodotto o servizio è quello di fissarne il prezzo. Gli aspetti da considerare sono infatti molteplici e per nulla banali. Si tratta di trovare il giusto equilibrio tra stabilire un prezzo sufficientemente alto da coprire i costi, ma abbastanza basso per attrarre i clienti. Avere clienti che si lamentano per il prezzo troppo alto è il primo passo verso l’ insuccesso.
Una buona idea potrebbe essere quella di definire un listino diversificato, in base alle funzionalità aggiuntive offerte, lasciando al cliente la possibilità di scegliere e avendo così la possibilità di personalizzare l’offerta in base alle specifiche esigenze. Inoltre, ogni business che si rispetti ha dei competitor, ignorarli non è sicuramente una buona idea. Osservare quello che fanno i competitor, le loro strategie di successo, o meno, le offerte proposte, i prezzi e così via, è un buon punto di partenza per capire in che direzione
andare.
Il team gioca un ruolo assolutamente centrale nel successo di una startup. Sono numerose le startup fallite per colpa di un team non ben assortito, magari perché i founders hanno trascurato di curarne le competenze.
Una lamentela frequente, post fallimento start up, è quella di non aver avuto sin da subito un Chief Technology Officer (CTO) o un socio che si occupasse della parte commerciale con dedizione, o con competenze complementari alle proprie per confrontarsi e con il quale prendere decisioni bilanciate.
Le risorse a propria disposizione, in termini di budget e tempo, devono essere allocate con attenzione e giudizio, per evitare di trovarsi a corto di denaro o di tempo. Una gestione poco oculata delle proprie risorse, sia materiali che umane, è una delle principali cause di insuccesso delle startup.
Uno dei segreti del successo startup risiede nel riuscire a risolvere un problema esistente, abbastanza grande, universalmente riconosciuto con una soluzione scalabile