La commissione Bilancio del Parlamento europeo ha dato il via libera a larghissima maggioranza (35 sì, 1 voto contrario e 3 astensioni) alla proposta della Commissione Ue di stanziare risorse del Fondo europeo di solidarietà per 15 regioni italiane, dopo i danni causati dal maltempo nel 2018.
Lo sblocco di 277,2 milioni di euro dovrebbe essere approvato entro due settimane in via definitiva. In prima fila c’è il Nordest, dove fra sabato 27 ottobre e le prime ore di martedì 30 si è abbattuta la tempesta Vaia, con raffiche di scirocco fra i 150 e i 200 chilometri orari, forti piogge e l’abbattimento di migliaia di ettari di foreste, oltre a frane e interruzioni stradali, con danni a infrastrutture idrauliche ed energetiche.
Il fondo di solidarietà europeo è stato usato altre volte dall’Italia: per i recenti terremoti nel Centro e anche per le alluvioni del 2010. Il 12 novembre, in sessione plenaria a Strasburgo, la questione dell’accesso a questo fondo era stata sollevata per la prima volta dai parlamentari europei. La richiesta, però, andava fatta dal Governo: per questo, nel 29 marzo 2019, una interrogazione parlamentare a firma di quattro membri dell ECR chiedeva conto sullo stato della domanda di attivazione e i relativi importi.
La risposta era arrivata al termine dei 60 giorni previsti: «Il 20 dicembre 2018 – chiariva una nota a firma di Corina Crețu a nome della Commissione europea – le autorità italiane hanno presentato domanda di assistenza a titolo del Fondo di solidarietà Ue (FSUE) per i danni causati dalle condizioni meteorologiche estreme verificatesi fra ottobre e inizio novembre 2018. La domanda riguarda la maggior parte delle regioni italiane e comprende anche il Veneto, quale regione più gravemente colpita. I danni diretti cumulativi ammontano a oltre 6,6 miliardi. Il 15 maggio 2019 la Commissione ha accettato la domanda presentata dalle autorità italiane e ha proposto la mobilitazione del FSUE per un importo pari a 277 milioni 204 mila 595 euro». I programmi dei fondi strutturali si basano sul principio della gestione condivisa, mentre le priorità strategiche specifiche delle regioni sono decise a livello nazionale, ha chiarito la commissaria:
«Ad esempio, all’interno del programma operativo regionale Trento, 9 milioni sono stati assegnati a misure di sicurezza e all’aumento della resilienza delle zone più esposte al rischio idrogeologico. Anche il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale sostiene azioni preventive volte a ridurre le conseguenze delle calamità naturali e azioni volte a ripristinare il potenziale forestale danneggiato da tali eventi. Il programma di sviluppo rurale (Psr) della Lombardia include entrambi i tipi di intervento, mentre il PSR Veneto prevede solo interventi di ripristino, anche per i danni provocati dal dissesto idrogeologico. La regione Friuli Venezia Giulia ha introdotto operazioni di ripristino a seguito della tempesta, mentre Bolzano ha optato per un regime di aiuti di Stato che comprende investimenti forestali concepiti per ridurre il rischio idrogeologico».
La domanda presentata in marzo dal governo italiano aveva aggiornato la domanda di mobilitazione del Fondo, stimando danni per 6,6 miliardi. Le regioni italiane che potranno beneficiare delle risorse Ue sono: Friuli VG, le Province autonome di Trento e Bolzano, Liguria, Lombardia, Toscana, Emilia-Romagna, Lazio, Campania, Calabria, Sicilia, Sardegna e Veneto, la regione più colpita.
In maniera minore, riceveranno un supporto anche Valle d’Aosta e Abruzzo. Il testo dovrà ora essere votato dalla Plenaria del Parlamento Ue il 18 settembre per ricevere l’ultimo via libera. Poi toccherà al Governo italiano decidere la ripartizione fra le diverse aree e, finalmente, per cittadini ed imprese danneggiate, ottenere ristoro dalle Regioni di appartenenza.