TAR del Lazio con ordinanza 7499/2017, ha negato la legittimità del numero chiuso stabilita dall’ Università di Milano per i corsi di laurea in Filosofia, Lettere, Scienze dei beni Culturali, Storia e per tutte le altre facoltà umanistiche, non limitandosi a ritenere “che il ricorso evidenzi sufficienti profili di fondatezza”, ma specificando che la restrizione degli accessi è disciplinata per legge a livello nazionale per un numero tassativo di ipotesi fra le quali non rientrerebbero quelle previste dall’ateneo meneghino.
I Giudici amministrativi hanno ricordato che la legge statale consente la limitazione dell’accesso alle Università esclusivamente per i corsi di laurea di medicina e chirurgia, odontoiatria, veterinaria, architettura, per le scuole di formazione specialistica delle professioni legali e in altre ipotesi specificamente previste dalle norme primarie.
Il TAR, inoltre, ha chiarito che esiste una seconda categoria di corsi di laurea a numero chiuso e cioè quelli per i quali l’ordinamento didattico prevede l’utilizzazione di laboratori ad alta specializzazione, di sistemi informatici e tecnologici o comunque di posti di studio personalizzati, e quelli per i quali è previsto un tirocinio come parte integrante del percorso formativo.
I corsi di laurea delle facoltà umaniste destinate al numero chiuso presso l’Università di Milano non rientrano a giudizio del TAR in nessuna delle elencate categorie.
Né, conclude il Tribunale, si può ritenere legittima la motivazione con la quale l’Università di Milano ha giustificato il numero chiuso per i nuovi corsi, adducendo la “carenza di un numero complessivo di docenti” che renderebbe l’Ateneo non in linea con i requisiti di accreditamento previsti dalla legge e che lo esporrebbe al rischio di sanzioni in caso di attivazione condizionata (per un solo anno) dei corsi di studio che non si trovino a rispettare i requisiti di docenza, se non a seguito della disattivazione di un pari numero di diversi corsi.
Con questa decisione si annullano di fatto tutti i test già avvenuti che avevano selezionato e già scremato le varie aspiranti matricole per l’anno accademico ormai alle porte.
A questo punto, ha confermato la stessa Università degli Studi di Milano con una nota, che pur restando in attesa del parere del Consiglio di Stato in merito, è garantita a tutti (con riserva) l’iscrizione al corso di laurea scelto, a prescindere dai tetti raggiunti e fissati nei mesi scorsi dall’ateneo.
In particolare, riporta il Corriere Milano, il corso con i maggiori “esclusi” risultava fino ad oggi Lingue, con 1066 iscritti per soli 650 posti, ma altri esuberi erano presenti a Lettere (887 partecipanti ai test per 545 posti) e Scienze dei Beni Culturali, con 860 aspiranti per 500 posti