La prima bozza della nuova legge di bilancio, prevede la Flat tax fino a 85mila euro per partite iva e professionisti. Il tetto di ricavi e compensi annuali, sotto il quale i lavoratori autonomi e le Partite Iva pagano una tassa forfetaria con aliquota unica del 15%, salirà dagli attuali 65mila a 85mila euro.
Si prevede, inoltre, che il regime forfetario cessi dall’anno in cui il professionista registri ricavi o compensi superiori a 100mila euro. In questo caso, il professionista dovrà pagare l’Iva a partire dalle operazioni che comportano il superamento si questo limite.
Questa causa di esclusione dalla flat tax si aggiungerà alle altre già esistenti:
- superamento del tetto dei ricavi o compensi;
- superamento del limite di 20mila euro per spese per lavoro accessorio;
- residenza in un Paese extra UE o che non assicuri lo scambio di informazioni sui redditi;
- partecipazioni a società controllanti che esercitano attività riconducibili a quella professionale;
- prestazione dell’attività nei confronti di precedenti datori di lavoro;
- redditi da lavoro dipendente superiori a 30mila euro nell’anno precedente.
Inoltre, i professionisti e gli autonomi che non scelgono il regime forfetario, potranno usufruire della nuova flat tax incrementale e pagare un’imposta sostitutiva calcolata con un’aliquota del 15% sulla base imponibile, comunque non superiore a 40mila euro, pari alla differenza tra il reddito d’impresa o di lavoro autonomo determinato nel 2023 e il reddito d’impresa o di lavoro autonomo, d’importo più elevato, dichiarato negli anni dal 2020 al 2022, decurtata di un importo pari al 5% di quest’ultimo ammontare.
La bozza del DDL Bilancio 2023 aumenta da 1.000 a 5.000 euro la soglia oltre la quale è vietato effettuare pagamenti in contanti.
Il nuovo limite sarà in vigore dal 1° gennaio 2023 ed alleggerisce l’obbligo di accettare pagamenti elettronici introducendo un periodo transitorio in cui non saranno applicate multe.
L’obbligo di POS per le partite iva è in vigore dal 30 giugno 2022 e prevede sanzioni pari a 30 euro, più il 4% del valore della transazione, a carico di chi non accetta i pagamenti con POS, bancomat o carta di credito.