Il 13 settembre 2023 il Senato ha approvato la riforma degli incentivi alle imprese con la riformulazione di nuovo quadro organico per l’attivazione di aiuti per le aziende. Il testo delega il Governo ad adottare, entro 24 mesi dalla data di entrata in vigore della Legge, uno o più Decreti Legislativi per la definizione di un nuovo sistema di incentivi per superare la frammentazione attuale e raggiungere la piena efficienza per gli interventi per le aziende.
Il provvedimento, che dovrà ricevere l’ok definitivo entro febbraio 2024, mira razionalizzare e semplificare gli incentivi, nonché a ridurre i tempi e i costi delle relative richieste presentate dalle imprese italiane.
Il Governo avrà di tempo, quindi, fino al 2025 per emanare uno o più provvedimenti da sottoporre all’attenzione del Parlamento per creare finalmente un “Codice degli incentivi“, ossia un sistema organico, ordinato ed esaustivo che regoli la materia.
Le nuove norme di riforma degli incentivi per le imprese approvate dal Governo introducono i seguenti principi guida degli interventi di incentivazione:
- programmazione degli interventi da parte di ciascuna amministrazione e indicazione della loro estensione temporale, anche pluriennale, in modo da assicurare un sostegno tendenzialmente continuativo e adeguato alle finalità stabilite;
- misurabilità dell’impatto nell’ambito economico oggetto degli incentivi, sulla base della valutazione in itinere ed ex post degli effetti ottenuti;
- rafforzamento della coesione sociale, economica e territoriale per uno sviluppo economico armonico ed equilibrato della Nazione, con particolare riferimento alle politiche d’incentivazione della base produttiva del Mezzogiorno;
- valorizzazione del contributo delle donne alla crescita economica e sociale della Nazione.
Nuova normativa in materia di incentivi alle imprese
I Decreti Legislativi che attueranno la riforma incentivi imprese, come specificato nel testo approvato dal Senato, dovranno svilupparsi in una duplice direttrice, per raggiungere le seguenti finalità:
- la “razionalizzazione dell’offerta di incentivi”, attraverso l’individuazione di un insieme limitato e definito di modelli agevolativi;
- la “codificazione” delle regole procedurali concernenti gli interventi di incentivazione alle imprese, che saranno armonizzate e coordinate in un “codice degli incentivi”.
Nell’esercizio della delega, il Governo deve provvedere all’opera di razionalizzazione degli incentivi attenendosi ai seguenti principi e criteri direttivi:
- ricognizione e sistematizzazione degli strumenti agevolativi esistenti, sulla base di criteri che tengano conto degli ambiti o delle finalità dell’agevolazione, quali il sostegno agli investimenti, alla ricerca e allo sviluppo, alla formazione, all’innovazione;
- facilitazione nell’accesso al credito delle imprese;
- rafforzamento patrimoniale delle imprese.
Gli incentivi dovranno essere organizzati in base, tra l’altro:
- alle diverse fasi del ciclo di vita delle imprese;
- al livello di complessità e alla dimensione dei progetti da agevolare;
- alla capacità di coprire ambiti strategici dello sviluppo economico, quali l’efficientamento energetico e la transizione ecologica, la transizione digitale e l’innovazione tecnologica, la valorizzazione delle produzioni nazionali e del made in Italy o delle specificità territoriali, l’attrazione di investimenti esteri, il sostegno – all’imprenditoria giovanile e femminile;
- alle forme dell’incentivazione.
Il testo votato dal Parlamento promuove la digitalizzazione e la semplicità delle procedure d’incentivazione e un maggior coordinamento di strumenti già esistenti, come il Registro nazionale degli aiuti di Stato (RNA) e la piattaforma telematica “incentivi.gov.it”.
Prevista, poi, l’implementazione di soluzioni tecnologiche, anche basate sull’intelligenza artificiale (AI), dirette a facilitare la piena conoscenza dell’offerta di incentivi.
Il Disegno di Legge di riforma degli incentivi alle imprese indica la necessità di prevedere un maggiore coordinamento tra incentivi statali e regionali per favorire un utilizzo sinergico delle complessive risorse disponibili.
A tal fine, lo Stato e le Regioni possono stipulare specifici accordi programmatici. Il testo provvede a ridefinire, nell’ambito del codice degli incentivi, le nuove procedure amministrative sugli interventi di incentivazione alle imprese, operando nel rispetto dei seguenti principi e criteri direttivi:
- definizione dei contenuti minimi dei bandi, delle direttive o dei provvedimenti per l’attivazione delle misure di incentivazione alle imprese. Dovranno essere chiariti i motivi di esclusione generale delle imprese richiedenti, l’individuazione della base giuridica di riferimento, i profili procedurali, nonché la disciplina del cumulo delle agevolazioni nel rispetto dei massimali fissati dalle normative europee;
- revisione e aggiornamento dei procedimenti amministrativi per garantire una maggiore semplificazione e digitalizzazione;
- rafforzamento delle attività di valutazione ex ante, in itinere ed ex post;
- conformità con la normativa in materia di aiuti di Stato;
- attribuzione di natura privilegiata ai crediti derivanti dalla revoca dei finanziamenti e degli incentivi pubblici.
Per mettere in campo, entro il 2025, la riforma degli incentivi fiscali, il Governo ha stanziato complessivamente 2,5 milioni di euro, così ripartiti:
- 500 mila euro per l’anno 2023;
- 1 milione di euro per l’anno 2024;
- 1 milione di euro per l’anno 2025.
Il testo non definitivo approvato il 13 settembre 2023 dal Senato è intitolato “Delega al Governo in materia di revisione del sistema degli incentivi alle imprese e disposizioni di semplificazione delle relative procedure nonché in materia di termini di delega per la semplificazione dei controlli sulle attività economiche” e dovrà essere approvato dalla Camera dei Deputati entro febbraio 2024.