Sette aree milanesi e cinque siti nella Capitale proposti al mercato degli sviluppatori. Manifestazioni di interesse entro il 4 maggio 2020:
Nove città e 25 siti, di cui quasi la metà italiani, parte cosi la seconda edizione di «Reinventing cities», la competizione internazionale che, ricalcando le call parigine «Réinventer Paris» e «Inventons la métropole du Gran Paris», diventate ormai un modello per la dismissione del patrimonio pubblico, chiama a raccolta investitori, promotori, imprenditori, artisti, ambientalisti, startup, associazioni, affinché presentino progetti di rigenerazione resilienti e a emissioni zero, che facciano rinascere immobili in disuso o che diano una destinazione a terreni inedificati.
Il tutto a partire dall’alienazione dei siti candidati. Alla call globale promossa da C40, network di città impegnate nella lotta al cambiamento climatico, partecipa non solo Milano, già presente alla prima edizione del concorso, ma anche Roma.
Oltre alle città italiane vi sono: Madrid, Chicago, Dubai, Montreal, Singapore, Cape Town e Reykjavik.
La procedura di selezione è in due fasi. La prima è dedicata alle manifestazioni di interesse, per l’invio delle quali c’è tempo fino al 4 maggio 2020 . Verranno poi selezionate da tre a cinque proposte per ciascun sito, che saranno sviluppate nella seconda fase, la cui conclusione è prevista per i primi mesi del 2021.
Le sette aree milanesi
Milano partecipa con sette siti. Candida Piazzale Loreto, una delle sette piazze strategiche di Milano 2030, per la quale il Pgt prevede norme specifiche volte a incentivarne lo sviluppo e la rigenerazione.
Tra i siti meneghini vi è, inoltre, il nodo di interscambio Bovisa, ossia un’area di 91mila mq, di cui 54mila di proprietà del Comune e 37mila di Ferrovienord, che comprende la stazione Bovisa-Politecnico.
Intervenire sul sito significa per il Comune ricucire ambiti separati e trasformare la stazione in una porta di accesso a un sistema di funzioni urbane strategiche. Anche questa volta partecipa FS Sistemi Urbani (Gruppo FS Italiane) proprietaria dello scalo ferroviario di Lambrate.
Come previsto nell’Accordo di programma per la rigenerazione degli scali ferroviari, il progetto di trasformazione dovrà prevedere l’insediamento di un quartiere sostenibile con alloggi di edilizia residenziale a prezzi accessibili, significativi spazi pubblici, aree verdi e servizi di quartiere per il 60 per cento dell’intera superficie (pari a circa 70mila mq).
Si cercano investitori anche per l’area dell’ex macello comunale di viale Molise (a pochi passi dalla stazione di Porta Vittoria), composta da immobili abbandonati dei primi decenni del ‘900.
Tra i siti candidati vi è, inoltre, un’area di circa 13mila mq situata nel quartiere di Cimiano, utilizzata come parcheggio di interscambio e per la quale la città intende sperimentare nuovi modelli e servizi abitativi. Incluse nella call un’area inedificata di 50mila mq nel quartiere Vigentino e sei palazzine Liberty nel quartiere Calvairate, nei pressi della stazione ferroviaria Milano Porta Vittoria.
I cinque siti a Roma
Roma cerca idee e investitori per l’ex Filanda all’Esquilino, un edificio nato come istituto dell’artigianato, molto vicino al complesso monumentale delle Mura Aureliane.
La Capitale, in partnership con FS Sistemi Urbani (Gruppo FS Italiane), candida inoltre l’area (quasi 50mila mq) della stazione Tuscolana nel quartiere Appio-Tuscolano. Oggetto della call anche l’ex Mercato di Torre Spaccata nel Municipio VI, ubicato nel quartiere di edilizia economica e popolare ex Ina-Casa.
L’amministrazione capitolina ha inoltre scelto un pregevole esempio di archeologia industriale: l’ex Mira Lanza, il cui riuso è visto come un’occasione strategica per rafforzare la centralità Ostiense Marconi e dotare il quartiere di servizi di eccellenza.
Infine, il compendio Vertunni nella periferia est, a ridosso dal Grande raccordo anulare, la cui rigenerazione dovrà recepire l’esigenza, espressa dai cittadini, di dotare l’area di spazi di qualità.
Si punta così a promuovere un’azione coordinata di trasformazione urbana, coinvolgendo tra l’altro enti pubblici e organizzazioni rappresentative dell’imprenditoria.